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Testo campione privo di significato usato da grafici, programmatori, redattori e tipografi per occupare lo spazio vuoto di una pagina prima che venga inserito un testo di senso compiuto. ♦ Potrebbe sembrare un’immagine pubblicitaria tra le tante il cartellone affisso da Marco Testini e Teresa Romano, con azione pubblica, in via Postiglione a Bari. Raffigura i due artisti posti di fronte con la bocca celata da un QR – Code, di quelli che si decriptano con i cellulari. La mancanza di un prodotto da reclamizzare dovrebbe attirare l’ attenzione del passante. E spingerlo a tradurre il codice, scoprendo così un video in cui gli autori recitano un testo incomprensibile, il ciceroniano Lorem Ipsum, usato in ambito tipografico come riempitivo. (Antonella Marino, Repubblica, 26 febbraio 2013, Bari, p. 19) • Il più famoso testo riempitivo è il cosiddetto “Lorem ipsum”, ma ce ne sono molti altri: e chi si occupa di tipografia e stampe li utilizza da secoli. Fin dall’inizio della storia della tipografia, infatti, stampatori e grafici hanno dovuto fare prove di stampa o presentare le bozze dei loro progetti: per questo esistono i cosiddetti “testi segnaposto”, testi spesso privi di senso usati come riempitivo per farsi un’idea di impaginazione e font. (Ludovica Lugli, Post.it, 26 maggio 2016, Cultura) • Il lorem ipsum può essere considerato un testo lungo e privo di senso che dà all’impaginatore, il senso della dimensione della quantità di testo all’interno di una pagina. Come è facile intuire, il lorem ipsum è in latino. La scelta di questo idioma è data dal fatto che deve essere subito riconoscibile come testo senza senso onde evitare che venga confuso con il testo reale. (Esquire.com, 15 maggio 2018, Lifestyle) • Come UX/UI designer siamo sempre affascinati dai mille usi del lorem ipsum, il testo segnaposto per eccellenza, e spesso ne abusiamo: “Ma sì, mettici un lorem ipsum, poi vediamo…”. In realtà, mentre noi abbiamo in mente il senso criptato di quel preciso lorem ipsum, del perché dovrebbe esserci quel testo, l’informazione che invece passa ai posteri nel processo di design di prodotto è semplicemente quella dell'”ingombro”. (Serena Giust, UX Writing – micro testi, macroimpatto, Hoepli editore.it, 2019).