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L’installazione è stata ideata originariamente per una mostra a Pistoia, a commento della tradizione della città toscana in campo vivaistico. Da quest’ambito proviene il cipresso contenuto nel vaso di cemento poggiato su una serie di tavole di legno, a loro volta collocate in senso circolare su una struttura in ferro rotonda. La precarietà dell’equilibrio tra uomo e natura è significata dalla condizione delle tavole, sul punto di rottura. Nella nuova collocazione a Palazzo Tiranni – Castracane, l’opera acquista connotazioni aggiuntive dalla stanza nella quale è collocata, la cui decorazione presenta una carta da parati e un soffitto basato su motivi vegetali (con corrispondenti note cromatiche).