La serie ha per soggetto una precedente installazione dell’artista (La misura di un intervallo, 2022), composta da una successione di quattro gabbie metalliche delimitate da barriere Jersey in cemento e contenenti all’interno palloni da basket. L’artista è intervenuto sulle fotografie di alcune vedute dell’opera praticando un taglio sulla superficie dell’immagine, in corrispondenza delle gabbie metalliche dell’installazione: la rimozione dello strato superiore rivela alla vista il materiale metallico di supporto (Dibond). Tramite questo gesto, l’immagine viene liberata a svelare quello che c’è dietro: le gabbie sono metaforicamente aperte, a contenere un apparente vuoto. La superficie dell’immagine è concepita dall’artista come materia, oggetto d’intervento attraverso una sottrazione fisica (il taglio). Non si tratta tuttavia di una cancellatura, piuttosto di un’inversione di gerarchia che elimina il soggetto per conferire visibilità e, conseguentemente, rilievo al supporto, sostegno dell’immagine. Un azzeramento dello spazio, un’assenza che però non può fare a meno del supporto materiale (la stampa fotografica su Dibond) che ribadisce così la permanenza dell’arte.