Stanza rossa

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La stanza rossa è così intitolata a motivo della stoffa damascata, di un rosso vivo, affissa alle sue pareti. Proprio ciò che rimane della stoffa, in un effetto oltretutto evidenziato da un muro sottostante completamente bianco, trasforma i quattro lati dell’ambiente in un’inconsapevole opera d’arte contemporanea, fatta di senso di matericità, di forti e netti contrasti tra chiari e scuri, nonché di lacerazioni, ferite, oltretutto associate al colore del sangue.
Queste affascinanti composizioni estetiche sono inquadrate da una decorazione pittorica murale databile, come nella stanza delle arti, tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento.
Tale decorazione riproduce, in basso, uno zoccolo con motivo decorativo a scanalature continue. In alto scorre invece una delicata fascia decorata a grottesca e qualificata dall’immagine ripetuta di un cane levriero che rincorre un cervo in direzione di un vaso pieno di frutti. Molto probabilmente tale rappresentazione allude alla casata dei Castracane (il levriero) che inseguendo Cristo (il cervo, animale normalmente associato a Gesù) raggiunge la frutta interpretabile come premio della vita eterna. Sul soffitto, infine, è simulata la volta in marmo di un edificio classico in cui, oltre alla riproduzione della cetra (simbolo di allegria e di elevazione dell’anima), compaiono agli angoli trofei di armi accompagnati dal fascio littorio (simbolo di potere e autorità), dallo stemma dei Castracane e dalla scritta SPQR che, riferita al popolo romano, porta a investire la famiglia committente di una romanità di stirpe.