L’equilibrio dell’incongruo – 2018

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L’opera nasce dalla realizzazione di un desiderio, avvertito da tempo dall’artista, di visitare un’azienda di laterizi. L’esperienza è avvenuta «con le stesse motivazioni che si hanno quando si visita un museo», ricorda Termini. All’interno dell’enorme hangar colmo di terra cruda, resta impressionato dal processo di trasformazione della materia e allo stesso tempo dalla finalità della produzione, che interessa «tutto quello che poteva servire all’uomo per poter costruire il proprio luogo o spazio vitale» La sua scelta si orienta verso la filiera produttiva dedicata alle soglie: l’artista sceglie un pezzo fuori misura, che gli operai sottraggono manualmente alla catena. L’elemento è quindi poggiato, appunto in equilibrio, su due cavalletti in ferro elevati. L’incongruità menzionata nel titolo si articola su diversi piani: materico – il laterizio, di origine naturale, e il ferro zincato, con la sua provenienza industriale; di forma – organica nel primo caso, rigidamente ortogonale nel secondo; posizionale – con un elemento elevato poggiante su un altro saldamente ancorato a terra. Questa mancanza di congruità, tuttavia, si risolve in un bilanciamento, a indicare una possibile conciliazione nella diversità.